Workshop Buenos Aires

Nel 2008 ho partecipato con l’Arch. Stefania Parei e l’Arch. Alessia Marcolongo al Workshop di Architettura presso la FADU (Facultad de Arquitectura Diseño y Urbanismo) a Buenos Aires organizzato da Controspazio i web European Architectural Association riguardo la riqualificazione delle “villa miseria”. Tale partecipazione è avvenuta a seguito di una selezione che ha premiato 25 neolaureati in architettura provenienti dall’Europa e dal Sudamerica.

Che cos'è una Villa Miseria

Una villa miseria è una sorta di quartiere di città che nasce senza un progetto, senza norme stradali, igieniche, urbanistiche e molte volte senza acqua corrente. Nasce dall’urgenza delle persone di trovare un rifugio temporaneo. La prima fase della formazione di una villa è il formarsi di un “asentamiento”, cioè un insieme di casupole di legno, lamiera e cartone di pochi metri quadrati, generalmente una o due stanze, dove vivono famiglie molto numerose, anche di nove persone. Sorgono ovunque, dove c’è un po’ di spazio libero.
In molte zone, con il tempo, queste casupole-baracche si trasformano in case di mattoni, pur mantenendo le stesse dimensioni e la stessa precarietà, si formano così questi quartieri sovraffollati dove non ci si può inoltrare senza la guida di una persona del luogo, perché tra una casa e l’altra molte volte ci sono solo vicoletti stretti e contorti.

Il Workshop - Inquadramento

La riqualificazione della "villa 20" riguardava non solo il problema dal punto urbanistico, ma anche architettonico. Infatti, era richiesta anche la progettazione del modulo abitativo che rientrava nelle misure del lotto prestabilite 6x12 metri. La prerogativa era che tale cellula abitativa avesse alte caratteristiche di flessibilità compositiva possibili anche nell'arco di più anni.

L'approccio che abbiamo adottato prima della progettazione è stato di tipo analitico relativo alle dinamiche urbane e sociali della Villa Miseria, sviluppando così una metodologia di intervento e di investigazione adeguate per ottenere nuovi valori urbani capaci di rispondere alle esigenze sociali del paesaggio urbano contemporaneo.

Ciò è avvenuto a seguito di un sopraluogo alla “villa20” per prendere coscienza della gravità della situazione sulla quale ci apprestavamo ad intervenire, e di numerose conferenze tenute dai professori della FADU e dal presidente della Villa in questione.
Le conferenze hanno fatto luce sul quadro disastroso sul quale siamo stati chiamati ad intervenire, descrivendo la situazione precaria in cui si trovano gli abitanti della villa, la quale si estende su un terreno di 33.000 mq su cui vivono 27.000 persone,dei problemi sociali, economici, igienici, di mancanza di servizi e di infrastrutture a supporto del vivere quotidiano (rete idrica, fognaria ed elettrica), di emarginazione dal resto della città. Questi sono problemi che accomunano tutte le villa miseria, ma in particolare colpisce la villa 20 in quanto è una delle poche che si trova all'interno dell'area metropolitana di Buenos Aires, le altre si trovano in periferia.

Analisi ed ipotesi

Dal punto di vista geografico la “Villa 20” insiste su un terreno di forma triangolare pressoché pianeggiante. Esso confina un lato con la maglia ortogonale rigida della città (detta la “quadricula”) formata da isolati di 100x100 metri, e sugli altri lati con una strada veicolare ad alta percorrenza, una ferrovia e un'area libera in leggera pendenza, oggigiorno utilizzata come deposito di vecchie auto. Questo deposito è confinante con un campo da golf, ciò è indice di come povertà e ricchezza estrema non siano poi condizioni di vita così tanto lontane. L'accrescimento edilizio nella villa è di tipo spontaneo e per questo genera condizioni di insostenibilità per i suoi abitanti.

La riqualificazione della villa 20 prevede la nuova urbanizzazione dell'area utilizzata ad oggi come deposito per poter costruire delle nuove case in maniera da diminuire la densità edilizia che insiste nella villa 20 stratificata e “spalmare” quindi questa densità su un terreno più grande. Tale operazione prevede ovviamente l'intervento della municipalità di Buenos Aires che si impegna a compiere le opere di urbanizzazione e a procurare le materie prime per la costruzione delle abitazioni degli cittadini. Saranno poi gli stessi abitanti a fornire la manodopera costruendosi da soli la casa, seguendo le indicazioni del modulo base e di volta in volta scegliendo le varianti proposte ritenute più opportune per quanto riguarda la disposizione e lo schema distributivo degli ambienti interni.

L'analisi del tessuto urbano della villa e del suo intorno è stata il punto di partenza. Dall'osservazione di alcune foto aree storiche risalenti al 1980 e al 2004 siamo riuscite ricostruire il processo di crescita dell'area per questo lasso di tempo sino ad oggi. Nel 1980 la “Villa” era meno densa dal punto di vista edilizio, la larghezza delle strade era ed il numero delle strade era maggiore rispetto al 2004, garantendo così una maggiore salubrità. Nel 2004 molte di queste strade sono state invase da un accrescimento edilizio che si è espanso a macchia d'olio invadendo gli spazi rimasti vuoti all'interno della "Villa".

Un'altra riflessione, scaturita sempre dall'osservazione delle immagini storiche, si riferisce alla moltitudine dei sentieri spontanei che hanno lasciato gli abitanti della villa ripercorrendo lo stesso tragitto più volte nell'area a prato che oggi è diventata un grande deposito di auto vecchie. In 24 anni questi sentieri sono aumentati considerevolmente e la maggior parte di questi convergono in un medesimo punto sulla strada ad alto traffico. Tale punto coincideva con l'unica fermata dell'autobus in tutta la zona.

Soluzioni

Per risolvere il problema urbanistico, di connessione della villa con la città, era necessario far dialogare le tre aree prevalenti, ovvero: la maglia irregolare della Villa 20, la maglia regolare della città (la quadricula) e l'area deposito oggetto del nuovo intervento.
Ciò è avvento studiando le maglie reticolari delle diverse aree urbane, successivamente si è pensato a creare una nuova maglia di unione, ma gerarchizzata nei suoi percorsi.
La nuova maglia urbana ricalca in parte il tracciato di alcuni sentieri esistenti nella zona libera (per mantenere un segno forte creato spontaneamente dal passaggio degli abitanti), ai confini con le altre realtà urbane la nuova maglia urbana trova la sua prosecuzione nelle maglie interrotte della quadricula e dalle strade intrecciate della Villa 20.

La gerarchia dei percorsi si compone di strade veicolari di diversa sezione stradale (doppio senso e senso unico) e di percorsi pedonali per favorire una fascia di utilizzatori più debole, i pedoni. Per risolvere il problema di connessione tra la Villa 20 e l'area di nuova urbanizzazione si è pensato ad una strada commerciale che si estende lungo tutto il confine a sud della Villa.
Sono stati collocati in modo uniforme alcuni servizi come: un centro culturale, un municipio, una sala polivalente, le scuole, un ospedale e un pronto soccorso, così che ogni isolato potesse godere nelle immediate vicinanze di uno o più servizi. La presenza di vegetazione è fondamentale per il clima di Buenos Aires, perché aiuta a umidificare l'aria, a ridurre il soleggiamento, e a purificare l'aria che nella metropoli è molto inquinata. Nella Villa 20 la vegetazione è completamente assente, per questa ragione il nuovo urbanistico prevede la presenza di modeste aree verdi ma distribuite uniformemente su tutta l'area soggetta a masterplan.

La cultura locale impone che all’interno della villa debba esistere il campo da calcio, e che per nessuna ragione esso debba lasciare il posto alla costruzione delle baracche. Il campo da calcio è l'unico spazio pubblico che viene rispettato da tutta la comunità della villa. Nel nostro masterplan i campi sono dislocati tutti lungo la strada commerciale di cui abbiamo accennato precedentemente.

La vivibilità della villa 20 esistente è stata migliorata ipotizzando di effettuare un diradamento delle abitazioni esistenti attraverso la demolizione di tutte gli edifici che avevano occupato il suolo lungo le vie che formavano l'assetto urbanistico della villa degli anni '80. Nell'area soggetta a masterplan i lotti hanno tutti la stessa dimensione: 6x12m. All'interno di quest'area troverà locazione il nuovo modulo abitativo.

Il nuovo processo di inurbamento, ha lo scopo di tradursi nella realtà come uno svuotamento insediativo della popolazione dalla Villa miseria antica, a favore di un nuovo popolamento nell'area di progetto. Questo esodo favorirebbe la possibilità di demolire alcune abitazioni nella Villa antica che erano sorte “soffocato” la situazione urbana già precaria, diminuendo la densità abitativa. Il progetto del nuovo modulo abitativo porta con sé peculiarità circa la massima flessibilità compositiva, adattabilità al contesto sociale, economico e culturale, e fattibilità in merito alla semplicità della sua realizzazione e al reperimento dei materiali da costruzione.

Il modulo è stato concepito come un cristallo che cresce intorno alla cellula base. Partendo dalla considerazione che la disponibilità economica degli abitanti della villa è limitatissima, questa condizione si riflette sulle risorse economiche disponibili per la costruzione della propria casa. Dunque il modulo abitativo parte dalla costruzione del nucleo fisso che si compone dei servizi minimi indispensabili. Essi sono il vano scala, da un locale che è inteso come un ambiente unico e versatile dove si cucina, si mangia e si dorme e dal bagno. La cucina e il bagno si affacciano alla strada in modo da poter avere delle aperture e godere di ventilazione e illuminazione naturali, mentre il vano scala rimane arretrato. Il vano scala viene concepito come una delle principali opere da realizzare perché in un secondo momento servirà a sfruttare le camere che verranno costruite al primo piano. In questa fase esso serve principalmente per sfruttare anche la superficie piana del tetto utilizzata spesso per lavare e stendere i panni.
Il nucleo funzionale fisso definisce una pianta e un fronte lineari, da questo si può sviluppare l'accrescimento dell'abitazione, sia in profondità che in altezza, generando maggiore flessibilità sia in pianta che in prospetto. Questo processo dà vita ad una cristallizzazione della struttura abitativa che si sviluppa attorno alla parte dei servizi indispensabili per vivere.

Ogni lotto è caratterizzato da una parte costruita che dà sul fronte strada, mentre sul retro è sempre presente un patio così da garantire uno spazio privato interno a cielo aperto che serve per migliorate l'illuminazione e la ventilazione all'interno degli ambienti.
Questo meccanismo di composizione versatile permette infinite tipologie di accrescimento del modello abitativo. Costruendo, infatti, come prima parte della casa il nucleo principale, successivamente, a seconda delle possibilità economiche dei proprietari e dell'aumento dei componenti della famiglia si potranno aggiungere i moduli delle camere da letto che potranno collocarsi sia al piano terra, sia ai piani superiori.

La tradizione costruttiva del luogo è stata rispettata adottando una struttura in cemento armato con tamponamenti in laterizio e solai in latero-cemento. Per limitare i costi e l'impatto ambientale l'edificio è intonacato. Ogni abitante è libero di tinteggiare la propria abitazione del colore preferito, a patto che i colori con i pigmenti naturali siano mescolati all'intonaco come vuole la tipica della tradizione sud-americana.

Conclusione

Il workshop si è concluso con una mostra dei progetti di tutti i gruppi partecipanti nella sala “Horacio Ballero” della F.A.D.U, Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo dell’Universitad de Buenos Aires. Una giuria composta da un call internazionale ha proclamato il gruppo vincitore del Workshop che è riuscito sviluppare la migliore idea progettuale urbanistica e architettonica per la riqualificazione della Villa 20. Il progetto vincitore è stato “P.V.C. Processo di composizione Urbana” composto dagli Architetti Alessia Marcolongo, Parei Stefania, Laura Vuillermoz, André Antunes , Gastòn F. Cammarota. Da sinistra verso destra: Gastòn F. Cammarota, Alessia Marcolongo, Laura Vuillermoz, Stefania Parei, André Antunes.

Esposizione al Congresso Mondiale dell'Architettura. Torino 2008.

La mostra è avventa nel Padiglione in bambù ad alta tecnologia. Il tema della mostra suggeriva una rilettura della marginalità urbana, da luogo della fuga a luogo della sfida di definizione di nuove opportunità di sviluppo fondate sulla cittadinanza, l’inclusione sociale e l’architettura per tutti.